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Intervista: Brian May a KLOS Radio - 3/6

L'intervista è tratta da un programma radiofonico trasmesso da Radio Klos 95.5 in data 5 maggio 2008.
 

[Parte 3/6 in inglese]

JIM LADD:  Posso fare una domanda di astronomia?

 

BRIAN MAY:  Oddio…

 

CYNTHIA FOX: Sì, ma ad un certo punto dovremo chiedere a Brian anche informazioni riguardo “C-lebrity”, il nuovo brano.

 

JL:  Va bene.

 

CF:  O.k., vai avanti e fagli una domanda di astronomia.

 

JL:  Bene. Posso?!

 

CF:  Dai su.

 

JL: O.k.. Ho due domande, perciò abbi pazienza perché muoio dalla voglia di fartele. Prima di tutto, il titolo del tuo libro è “Bang! La storia completa dell’universo”.

 

BM:  Mmm.

 

JL:  “La storia completa…”

 

BM:  Sì, sì.

 

JL:  …”dell’univ…”

 

BM:  Non ci vedi manco un briciolo di arroganza, eh?! [CF e BM ridono].

 

JL: Beh, ho notato che il mio nome non viene citato, nel libro.

 

BM:  Ah beh, ma ci sei anche tu.

 

JL:  Nell’ ”intera storia”…

 

BM:  Se avessi letto con attenzione, ti saresti trovato. Ci siamo tutti.

 

JL: Voglio farti una domanda seria. Condividi la teoria sviluppata da Frank Drake conosciuta come “l’Equazione di Drake”?

La condividi o pensi sia stata elaborata per guadagnarci su?

 

BM: Non so se si tratti di una teoria o della formulazione di un quesito. Abbiamo affrontato lunghi dibattiti sull’equazione di Drake. La tua è una domanda davvero interessante, ma noterai che nel libro non ve n’è menzione.

 

JL:  No, infatti.

 

BM: E questo per una scelta precisa, perché molta gente ha tratto conclusioni sbagliate da questa teoria e di certo non per colpa di Drake. Lui non ha tratto conclusioni, ma ha soltanto posto il quesito, l’ipotesi che ci sia vita da qualche altra parte dell’universo sia legata ad un certo numero di variabili…

 

JL: Già.

 

BM:  …una delle quali indica che la vita abbia modo di evolversi in una determinato contesto. Non conosco tutte le possibilità. Pare ci siano due pianeti dove questo possa accadere e tre sono i…

 

JL:  …il numero di quelli che avrebbero sviluppato forme di vita intelligenti.

 

BM: Esatto.

 

JL: Con tutto quello che ne consegue.

 

BM: Sì. Poi si ipotizza su quante di queste forme di vita sarebbero capaci di comunicare in modo da renderci partecipi della loro esistenza. Per cui, ci sono vari fattori da considerare ed il concetto è molto semplice, come spesso lo sono le grandi idee. In realtà però, Drake non ha mai tratto la conclusione che esistano altre forme di vita nell’universo. Sono state altri ad affermare questo, si sa, ed io – noi – non condividiamo. Tuttavia Patrick su questo è possibilista, ma credo sia giusto dire che né io né Chris condividiamo questa opinione.

 

JL:  Quando parli di forme di vita “come la nostra” ti riferisci a forme di vita senzienti o solo a…? Non credi nemmeno che…

 

BM: Beh, non mi riferisco a forme di vita intelligenti. Non so se ne esistano nel nostro pianeta. No, non mi riferivo a quelle [ride].

 

JL: Beh, diresti allora che possano esserci batteri da qualche parte, magari sotto una roccia?

 

BM: Sono convinto che più cose veniamo a sapere riguardo questa vita più capiamo che l’esistenza di ogni essere è strettamente legata a quella di ciascun altro. Siamo un piccolo tassello dell’evoluzione, ma se i batteri non fossero mai esistiti noi oggi non saremmo qui.

 

JL: Giusto.

 

BM: Se il plankton non fosse esistito, noi non esisteremmo, perciò… Gli Indiani d’America sembrano aver istintivamente compreso questo concetto. Per qualche ragione abbiamo poi perso queste pillole di saggezza. Le ripercussioni per ciascun pezzetto di natura che calpestiamo ricadono su noi stessi e credo che gli astronomi e più di recente gli astrobiologi sarebbero d’accordo. Ah, ma tu mi chiedevi se penso che ci sia vita là fuori…

 

JL:  No eh?

 

BM:  Beh, non lo so.

 

JL: Te lo chiedo perché è interessante e tu sembri escludere l’esistenza di vita…

 

BM:  No.

 

JL:  … ed io non parlo di forma di vita umanoide, ma tu sei categorico sull’esistenza di ogni  altra forma di vita.

 

BM: No, non posso escluderne la presenza, non con fermezza. È una opinione personale. Credo che molto probabilmente la nostra sia l’unica forma di vita manifestatasi. Credo sia così.

 

JL:  Nell’intero universo?

 

BM: Si, forse. Ad oggi nessuno ha dimostrato il contrario e credo possa capire a quale parte dell’equazione di Drake mi sto riferendo, quella che parla della probabilità che la vita possa evolversi da una manciata di molecole. Sfortunatamente non ho frequentato biologia, a scuola. Vorrei davvero averla studiata. Mia figlia ora la sta studiando all’Imperial College di Londra - il mio vecchio istituto – e me ne parla spesso perché sa che mi affascina conoscere queste cose, ma so che la distanza fra quella che chiameremmo una “molecola organica” che si è formata autonomamente e la vita che si evolve è abissale. C’è stata questa sorta di diceria che vuole che dalla sostanza organica immessa in una provetta e colpita da sorta di scosse si possa probabilmente ottenere una qualche forma di vita.

 

JL:  Questo però non accade.

 

BM:  [sorride]  No, in nessun modo.

 

JL:  Si forma una sorta di “brodo”, ma niente vita.

 

BM: Sì, non si forma e…

 

JL: Però fammi dire questo. Ci sono studi al riguardo. Proviamo a raggiungere Marte, ma cosa dobbiamo aspettarci di trovare? Qualche umano a zonzo?

 

BM:  Hmm.

 

JL: Sì è scoperto che la vita è molto più tenace di quel che si è mai creduto e può resistere su questo pianeta persino in condizioni estreme, come 40 gradi sotto zero…

 

BM: Sì.

 

JL: …e sotto una roccia. Può anche resistere a centinaia di gradi oltre le possibilità di vita terrestri. Può sembrare un discorso azzardato, ma magari da qualche altra parte…

 

BM:  Se la vita si presenta, resiste ad ogni condizione.

 

JL:  Se si presenta.

 

BM: Non sappiamo ancora se ci siano stati uno o più eventi da cui poi sia scaturita la vita sulla terra.

 

JL:  Non lo sappiamo ancora, è vero.

 

BM: E questo è un dubbio cruciale.

 

JL: Rispondi a questa mia domanda veloce e metterò su una canzone.

 

BM:  [sorride].

 

JL: Scusa Cynthia, ma sai  com’è, questi argomenti mi fanno impazzire! Il fatto che la scienza possa descrivere la storia e lo sviluppo dell’universo partendo dal nanosecondo successivo al Big Bang… Prima il Bing Bang, poi…

 

BM: Sì.

 

JL: …questa frazione di secondo infinitesimale in cui sembra sia possibile spiegare ciò che stava per accadere.

 

BM:  Mmmmmmmmmm sì [pensoso].

 

JL:  Bene.

 

BM: Beh, io personalmente non so spiegarlo [ride].

 

JL: Beh, cosa ho letto in quel libro?! [CF ride].

 

JL:  Beh, che c’è?!

 

BM: Gli studi che svolgiamo toccano diversi campi, tra cui quello delle particelle fondamentali, che di certo non è il mio.

 

JL: O.k. Però vorrei chiederti…rispondi a questo…

 

BM: Sì.

 

JL: …vuoi dirmi che tutta la materia esistente in quel preciso momento nell’intero universo era concentrata in uno spazio più piccolo di una punta di spillo?

 

BM: Sì, è ciò che crediamo.

 

JL: Si può spiegare… tu puoi spiegare come questo sia possibile?

Ecco la mia domanda.

 

BM: Intendi dire “come” o “perché”?

 

JL: Come tutta la materia dell’universo…

 

BM: Beh, questo va oltre le nostre attuali conoscenze, ma ciò non significa che sia una teoria improbabile o impossibile. Semplicemente, non possiamo confermarla. Ne parlavo prima con Cynthia. Questa è una di quelle teorie con diversi concetti che crediamo complicati perché così ci è stato detto; mi è capitato di parlare con diversi ragazzini della relatività. Dicevo loro che se fosse ipoteticamente possibile correre ad una velocità simile a quella della luce, diverrebbero più bassi e pesanti. Nessuno di loro ha pensato che questo fosse un concetto assurdo, ma noi si, giusto?!

 

JL:  Ah!

 

BM: …e questo perché è un qualcosa che non abbiamo visto e che non ci è stato raccontato quando eravamo piccoli e – si sa – normalmente non corriamo alla velocità della luce e nemmeno ci andiamo vicino. Molte di queste teorie non sono poi così difficili da comprendere. Sono solo difficili da credere, perché questi non sono concetti coi quali siamo cresciuti e penso che lo stesso valga per il discorso sul Big Bang. Non penso sia un avvenimento così difficile da concepire. Il fatto è che non abbiamo nulla nel nostro attuale mondo che sia comparabile.

 

JL: Beh, secondo voi studiosi è successo 13,7 miliardi…

 

BM: Sì, crediamo di sì.

 

JL: …di anni fa. È passato molto, moltissimo tempo.

 

BM: Sì, 13.7 miliardi.

 

JL:  Bene.  Siamo su Radio Klos, 95.5.

 

VIENE TRASMESSO IL BRANO “LONG AWAY”

 

JL: È dura scegliere una canzone preferita, ma questa – fra tutte quelle dei Queen – è la mia. Non so come mai, ma questo brano mi ha sempre trasmesso qualcosa.

 

BM: È fantastico. Sì…ah, grazie per avermela fatta ascoltare [ride]. Hey, forse è anche la mia preferita. Ne vado molto orgoglioso. Riascoltarla ora ha avuto un certo effetto su di me. Spero che verrà eseguita quando non ci sarò più [ride].

 

JL: Sai, questa canzone ha un qualcosa di umano e spirituale. Ho spesso fatto tardi la notte, in studio ad ascoltarla…

 

BM: Hmm.

 

JL: …perché ne avevo bisogno. Era ciò che mi serviva, perciò grazie.

 

BM: Beh, grazie a te. Oddio, credo di aver appena riscoperto me stesso [ride].

 

CF: Wow..

 

BM: Beh, talvolta ci capita di dimenticare certe cose, no? Grazie Jim.

 

JL: È un piacere.

 

CF: Ahh.

 

JL:…piacere mio. Sono con Brian May e Cynthia Fox.

È una notte meravigliosa qui a Radio Klos 95.5. Torneremo subito dopo una breve pausa. Non andate via.

< SECONDA PARTE

QUARTA PARTE >

TRASCRIZIONE IN INGLESE

La trascrizione del testo originale [pubblicato su www,brianmay.com] è a cura di Jen Tunney.
Il testo è tradotto ed adattato da Franco "FairyKing" Lai.
Se volete utilizzarlo nel vostro sito, siete pregati di contattare e citare l'autore e la fonte. Grazie!

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